Come ho fatto le Braccia di Popeye

Il racconto di Romolo Felice (scultura ed effetti speciali)

Erano i primi mesi del 1980 e la Walt Disney insieme alla Paramount stavano producendo un film diretto da Robert Altman su Popeye che in Italia chiamiamo Braccio di Ferro.

Avevano già allestito un grande set a Malta, a Mellieha per essere precisi, molti miei colleghi di Cinecittà erano già partiti da settimane per lavorare alle scenografie del villaggio che ancora oggi esiste come attrazione turistica, io scelsi di rimanere a Roma perché avevo molto lavoro e commissioni al mio Laboratorio.

Io da Roma avevo realizzato numerosi bozzetti in resina di rocce, icebergs, elementi marini, con vari effetti e finiture estetiche che mandai a Malta dove avrebbero fatto gli ingrandimenti per completare le scenografie.

Le riprese erano iniziate già, ma Robin Williams che interpretava Popeye the sailor man, non riusciva a recitare con le braccia di silicone che gli avevano fabbricato. Erano rigide, pesanti, impossibili da gestire con movimenti disinvolti e naturali. Il regista le detestava infatti nelle prime sequenze Robin Williams indossa un trench per coprirle.
Mi trovavo a Roma e stavo facendo un lavoro di calco sul corpo di una attrice svedese per i maestri di trucco ed effetti speciali Rocchetti e Carboni con i quali collaboravo da lungo tempo su moltissimi film. Quella settimana mi chiesero di ultimare in fretta il lavoro perché bisognava urgentemente correre in aiuto dello scenografo del film Popeye.

Mi commissionarono di realizzare delle nuove braccia per Popeye-Robin Williams già modellate in creta dallo scultore qui a Roma. C’erano una serie di problemi e di difficoltà da risolvere, le braccia dovevano sembrare proprio vere, con movimenti naturali, poi bisognava inserire le unghie ed i peli ma non ultimo dovevano essere indossate come guanti e presentare una massa enorme di muscoli sugli avambracci con una reale consistenza delle carni e del colorito della pelle.

Nel 1980, ben quaranta anni fa, non avevo la grande disponibilità di materiali performanti e gomme speciali come l’abbiamo oggi. Quindi dovevo risolvere questa serie di difficoltà utilizzando i materiali che adoperavo solitamente, ma soprattutto non mi avevano dato abbastanza tempo. Dovevo lavorare davvero in fretta. Adottai una serie di accorgimenti tecnici già al momento di fabbricare lo stampo. Lo feci intero, cioè in un unica forma, per evitare qualsiasi traccia di giunzione o attaccatura delle parti. Per fare le braccia utilizzai il lattice, al posto del silicone che avevano usato per le prime non riuscite, e lo colai all’interno della forma. Il problema del lattice è dovuto ad una asciugatura molto lenta, soprattutto in assenza di aria. Quindi io praticai dei piccoli fori all’interno della forma, in corrispondenza della punta delle dita, per far defluire il lattice ottenendo così strati sottili e dai quali immettevo aria per ottenere una asciugatura più rapida. Per avere la giusta consistenza della pelle e dei muscoli, versavo all’interno dello stampo della fibra di vetro ridotta in aghi sminuzzati e sottili che poi svuotavo. In questo modo la fibra rimaneva attaccata al lattice solo nella giusta quantità e poi continuavo a versare altri strati di lattice fino a raggiungere lo spessore e la consistenza desiderati. 

Sulle braccia ultimate e ben asciutte alla Rocchetti e Carboni provvedevano ad una realistica coloritura ed alla posa dei peli che venivano infilati con aghi sottilissimi dall’interno. Quando arrivarono sul set le prime paia di avambracci prostetici destarono grande curiosità ma sopratutto grande approvazione e soddisfazione dello scenografo e del regista Altman. Inizialmente dovetti produrre una ventina di braccia in lattice ma poi durante tutte le riprese del film continuavano ad arrivarmi richieste settimanali di ulteriori dieci coppie fino ad un quantitativo finale di circa un centinaio. Sul set dopo molte riprese le braccia risultavano non più idonee ed allora l’attore ne indossava sempre di nuove.

Alla fine il film ebbe una buona riuscita e gli effetti speciali, nei limiti di quell’epoca, ebbero un esito ottimo. Tuttavia per qualche ragione il film non ottenne gli incassi sperati e venne etichettato come un ‘interessante flop’. Il pubblico rimase diviso tra chi lo ama e chi lo odia. Io conservo un bel ricordo di quel periodo e del lavoro che tutti insieme abbiamo fatto.